Se c’è lavoro di squadra, la cura è di qualità27 Ottobre 2018

Contro i tumori genito-urinari per avere successo è necessario un team di diversi specialisti. Se ne parla a Firenze a un convegno

Attraverso un approccio multidisciplinare e multiprofessionale del cancro alla prostata, rene e vescica è possibile prendere in carico il paziente in tutte le fasi della malattia. E’ inoltre dimostrato che si possono migliorare le risposte alle cure, favorire l’accesso tempestivo alla riabilitazione e gestire al meglio l’eventuale ricomparsa del tumore. E’ questo il messaggio che emerge dal Workshop TMD fare rete a garanzia della qualità di cura, che si svolge oggi a Firenze e che vede la partecipazione di oltre 50 specialisti da tutta la Toscana. Si tratta della seconda tappa di un tour in cinque regioni italiane promosso dal TMD (Team Multidisciplinare Uro-Oncologico), un board a cui partecipano sette diverse associazioni mediche tra cui la Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO).

• L'IMPORTANZA DEI PERCORSI

L’obiettivo di questi incontri è favorire lo scambio di informazioni, conoscenze e competenze tra i vari specialisti che si occupano di neoplasie al tratto urinario. “Vogliamo soprattutto stabilire Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (o PDTA) che siano uniformi e compatibili con le varie realtà territoriali - afferma Alberto Lapini, Presidente Nazionale SIUrO e Responsabile e Coordinatore della Prostate Cancer Unit dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze -. Bisogna riuscire non solo a “fare squadra” e quindi favorire la collaborazione continua tra i medici specialisti di uro-oncologia. Anche i vari centri che assistono i pazienti devono essere messi in rete e cooperare tra di loro. In quest’ottica il PDTA rappresenta una soluzione organizzativa-gestionale che rende possibile maggiore appropriatezza diagnostico-terapeutica, adesione a programmi di riabilitazione e di follow up”.

• L'ESEMPIO DELLA TOSCANA

“Nel nostro territorio abbiamo un esempio virtuoso ed efficiente che è rappresentato dalla Rete Oncologica della Regione Toscana – prosegue Lapini -. Siamo in grado di offrire ottimi livelli di assistenza agli oltre 2.700 toscani che ogni anno sono colpiti dal tumore maschile più frequente del nostro Paese. Ci sono tuttavia ancora margini di miglioramento soprattutto per quanto riguarda i casi più gravi di questa patologia”. Proprio per questo lo scorso settembre il Team Multidisciplinare Uro- Oncologico ha promosso a Bologna la Consensus Conference sul monitoraggio del carcinoma prostatico avanzato che ha visto la partecipazione di oltre 100 specialisti da tutta la Penisola. “Stiamo lavorando a un programma condiviso di esami medici da eseguire dopo la diagnosi delle forme più gravi della neoplasia - aggiunge il Presidente SIUrO-. In questo modo sarà possibile eliminare molti esami inutili e ottenere così importanti risparmi. Questi incontri regionali, che stiamo promuovendo, servono anche per divulgare l’attività che abbiamo svolto al personale medico sanitario. Infine vogliamo avvicinare le Istituzioni sanitarie locali perché senza un loro aiuto non possiamo rendere operative le nostre proposte”.